Dopo averci accompagnato alla scoperta delle prime tre lettere del suo Abecedario (leggi le lettere A-B-C qui), Massimo D’Addezio continua ad approfondire quell’attitudine speciale che ogni bartender dovrebbe possedere per offrire un servizio impeccabile e rendere ogni serata un momento unico e memorabile.
Cosa distingue davvero un grande barman e una grande barlady? Che qualità deve avere per eccellere nel proprio lavoro? E quali segreti nasconde dietro il bancone, capaci di trasformare un semplice cocktail in un'esperienza indimenticabile per il cliente?
Buona lettura con il secondo capitolo dell’Abecedario dell’ospitalità, scritto da Massimo D'Addezio e illustrato da Fabio Marangoni.
Gabriele Diverio
La diluizione rappresenta il risultato dell’attento lavoro di chi miscela.
La diluizione è la summa di:
- tipologia del ghiaccio
- temperatura degli attrezzi
- capacità/sapienza del barman
- conoscenza del cliente che si ha di fronte
- prodotto finale
Su Treccani, alla voce Empatia, leggiamo: “Capacità di porsi nella situazione di un’altra persona o, più esattamente, di comprendere immediatamente i processi psichici dell’altro”.
Se si possiede questa caratteristica si può fare il barman o barmaid, diversamente, bisogna scegliere altre vie per la propria vita professionale.
La fratellanza fra barman è la via per promuoversi, spingere il cliente ad andare a trovare anche altri nostri colleghi in altri straordinari locali, ma anche far si che torni perché si fida di noi, perché rappresentiamo il punto di partenza del divertimento ovunque essi siano.
Al prossimo articolo per scoprire i temi legati alle lettere G, H e I.