Quando proporre un amaro? E come proporlo? Ci hanno inculcato per anni l’idea che l’amaro sia solo una bevuta da fine pasto, quella bevuta finale di compagnia che completa un pranzo o una cena, ma perché ridurre il tutto a un mero stereotipo? In un momento storico in cui il concetto low è sempre più presente nella vita di tutti i giorni, anche il mondo della miscelazione è chiamato all’appello, e in questo articolo andremo a valutare proposte interessanti per il bere responsabile senza escludere gusto e creatività.
Oggigiorno in molti campi il termine “low” viene accostato a ciò che ci riguarda da vicino, low cost, low maintenance, low energy... Sul piano alimentare si è parlato tanto di low sugar, definizione che riguarda anche il mondo del beverage, sia per i soft drink che per la miscelazione, ed è in virtù di questo che si è iniziato a parlare anche di low alcool, ovvero una miscelazione più consapevole dal punto di vista alcolico che permetta di creare drink a basso contenuto di alcool da gustare durante il pasto, per un aperitivo a casa in compagnia o al tramonto in riva al mare. In questo scenario l’amaro può diventare il nostro più grande alleato, pronto a vincere la sfida del gusto nella miscelazione low alcool, può rendere un drink semplice e dissetante un’esperienza gratificante per il nostro palato. Ciò che spesso viene dimenticato è che gli amari ri raccontano una storia, parlano di territorio, tradizione, famiglia, una miscela di ingredienti ricercati, ricca di gusto e sfumature. Quando parliamo di drink alla portata di tutti basta pensare a un bitter e una soda e il gioco è fatto, ma se vogliamo rendere il tutto più interessante possiamo pensare all’utilizzo di sode aromatizzate accostate ad un amaro dal gusto fresco di agrumi, un pizzico amaricante, e un’intensa carica di arancia.
Pensate a un pomeriggio d’estate: organizziamo un aperitivo in veranda e basta avere in casa una bottiglia di Washington Amaro di Arance ed Erbe Amaricanti e della soda all’ananas per godersi un drink fresco e particolare. Ancora: per una bevuta dal gusto meno pungente e più morbida si può ricorrere a una combinazione di mandorle e frutti rossi, miscelando una dose di Amaretto Club con del succo di cranberry e un pizzico di soda alla ciliegia. Altrimenti una ricetta più elaborata da proporre per un drink in riva al mare, con una preparazione un po’ più ricercata ma comunque semplice e funzionale, potrebbe essere un drink a base di Bitter Rouge White, shrub alle fragole, qualche goccia di bitter al sedano, e chiudere il tutto con una tonica light, non molto strutturata, dal sapore più neutro, più scarica di chinino, in modo da accompagnare la parte amaricante del bitter senza sovrastare il sapore della fragola. Si potrebbe servire il drink con un gambo di sedano ben curato come garnish che funga anche da pairing, quasi a creare un pinzimonio alcolico fresco e dissetante, come si fa con un Bloody Mary ma con una texture più leggera e meno vellutata, e un sapore più fresco e meno strutturato. Le radici definiscono chi siamo e il territorio definisce da dove partiamo per scegliere chi vogliamo diventare. Un amaro è storia, gusto, ricercatezza, tradizione e anche innovazione, ma soprattutto territorio! Basta scegliere quello giusto.