Ciao, Tomas

Ciao, Tomas

Di Giuseppe F. Borri

Illustrazione di Valentina Catto

4 minuti

Il 25 aprile scorso ci ha lasciato, all'età di 75 anni, Tomas Estes, fondatore, tra le altre cose, di Tequila Ocho
Lo ricordiamo con l'intervista che Giuseppe Borri gli fece l'anno scorso, in occasione dell'uscita del Catalogo 20/21 di Compagnia dei Caraibi.

Tomas Estes, scomparso il 25 aprile 2021
Tomas Estes, scomparso il 25 aprile 2021

G. Borri: Lei è noto per essere il più grande esperto al mondo di tequila, ambasciatore dell’industria del tequila.

T. Estes: Ho avuto questi riconoscimenti come risultato del lavoro di tutto il mio team e per ogni cosa che ho imparato da mio padre che è stato importante per il mio business. 

G. Borri: Come è iniziato tutto?

T. Estes: Ho iniziato nel 1976, ho lasciato Los Angeles e sono andato ad Amsterdam per avviare il mio primo Bar Ristorante Messicano. L’ho fatto perché volevo vivere lì. Ho visitato la città per la prima volta nel 1970, un anno dopo Woodstock. Quelli erano anni folli! Per me, allora, vivere ad Amsterdam aveva il proposito di iniziare a conoscere me stesso, e vedere come mi sarei comportato di fronte a una grande sfida. 

G. Borri: Com’era la sua vita a Los Angeles? 

T. Estes: Ero un insegnante della scuola secondaria, insegnavo inglese, lettere.
Il mio grande sogno però era crescere come uomo e migliorare il mio carattere per diventare la migliore persona possibile
Così ho scelto quella città come luogo per vivere, dove poter affrontare questa sfida e imparare una nuova cultura, una nuova lingua, nuovi affari: era la prima volta che avviavo un ristorante. 
E funzionò. Ci ho messo un po’ a imparare come fare, ma funzionò.
Così nel 1976 inaugurai il mio primo bar ristorante, Cafè Pacifico, avevo 31 anni, l’età perfetta: abbastanza per conoscermi a sufficienza e per rendermi conto che non avevo raggiunto un granché, ma quanto basta per trovare risorse e inseguire ambizioni. 

G. Borri: Quindi, funzionò... 

T. Estes: Sì, dopo Amsterdam, nel 1982 ho aperto un altro Cafè Pacifico a Londra, che è ancora lì. Nel 1984, Cafè Pacifico a Parigi, nel 1986, a New York, nel 1988 a Milano e poi in Australia
A Londra mi avevano proposto di legarmi a un franchising di 20 locali a tema, ma ho rifiutato, troppo commerciale. Comunque mi ha fatto comprendere che anch’io avevo bisogno del marketing, ma con le mie regole

G. Borri: E quali sarebbero? 

T. Estes: Non sono una persona convenzionale, mi piace fare le cose a modo mio. In modo creativo, interessante, stimolante. Così ho iniziato a studiare a più non posso tutto quello che aveva a che fare con il tequila e mi sono confrontato con gli avventori dei miei locali e con il mio team. Quindi ho cominciato a partecipare e a presentare in eventi di spirits e di tequila in tutto il mondo. 

G. Borri: Tutto quello che è arrivato dopo era già nei piani? Si immaginava tanto?

T. Estes: Di certo è la conseguenza di tutta una seria di scelte che ho fatto da quel lontano 1976 a portarmi qui.
Nel frattempo ho anche iniziato a scrivere articoli sul tequila su testate di settore, in questo modo ho conosciuto i migliori produttori di tequila, come Carlos Camarena.
Tutto questo è stato strategico nel costruire la mia immagine nel mondo del tequila. E anche per diventare uno scrittore.
Ho scritto un libro sul tequila (“The Tequila Ambassador” 2012, NdR) e quando ho incontrato Camarena lui mi conosceva già per quel testo ed è stato tutto più facile. Scrivere dà molto potere e i produttori di tequila quando leggevano i miei articoli, subito diventavano miei amici, capivano che ero un influencer potente, perché ero uno scrittore. 

G. Borri: Era questo il suo grande sogno? 

T. Estes: Il mio sogno era quello di fare qualcosa di molto diverso per conto mio e a modo mio, e che mi premiasse.
Ho avuto così tanti riconoscimenti nella mia vita, ovunque, ho guadagnato tanti soldi...
Ma guardami: non mi interessa il denaro! Beh, certo, è importante per avere un tetto sopra la testa e per mangiare, ma la mia motivazione non è accumulare soldi solo per avere “money power"...il potere che mi interessa è quello dentro di me

G. Borri: Quale altra passione ha, a parte il tequila? A cos’altro si dedica?

T. Estes:  Adoro inserirmi in diverse culture, come quelle italiana, greca, cipriota, o inglese. Incontrare gente e trovare qualcosa di nuovo nelle loro vite. 
Così una delle mie passioni è parlare, conoscere gli altri per come vivono, quali sono le loro di passioni, i loro sogni...
Anche fare attività fisica all’aria aperta. Un’altra passione è scrivere, ovviamente, e leggere: leggo molto, adesso sto leggendo Henry Miller.
E poi, la famiglia: ho quattro figli che amo molto e con cui adoro passare il mio tempo; uno di loro, Jesse, ha scelto di seguirmi nel mondo degli spirits e adoro girare il mondo in sua compagnia.
Ovviamente rientrano nelle mie passioni anche tutto ciò che sta su una tavola: il cibo, da bere. Vino e spirits. E una buona conversazione. 

G. Borri: Hai un modo di dire? Un motto? Qualcosa che si ripete per farsi forza o per rassicurarsi o per motivarsi... 

T. Estes: A volte mi dico che c’è qualcosa di più potente e di più grande di me nell’universo. E tutto ciò che accade, è all’interno di un grande disegno. E credo, ho fede, che tutto quello che capita, le difficoltà e gli incidenti rientrino in un piano più grande di Qualcuno, che c’è chi chiama Creatore. Nelle difficoltà e nelle avversità si crea un modello di fede. 

G. Borri: Difficoltà e altrettanti successi. Lei è riconosciuto come il più grande esperto di tequila al mondo, Carlos Camarenas è tra i più stimati distillatori di tequila. Assieme avete creato Tequila Ocho che, per gli esperti, è considerato un prodotto “perfetto”. Dopo una vita dedicata al tequila e la creazione di un prodotto così... C’è qualche altro orizzonte? 

T. Estes: C’è sempre un orizzonte. Adesso, a fianco di Ocho c’è un nuovo prodotto che si chiama Ocho Curado con la base di Tequila Ocho e una parte di macerazione agave cotta. È un po’ complesso da raccontare, lasciami dire che è qualcosa di completamente nuovo. Curado è stato creato recentemente, pochi anni fa. 
E questa è un’altra mia passione, continuare a creare cose nuove ed è per questo che continuo a guardarmi attorno a cercare modi per interpretare un prodotto, come può essere il tequila che è in giro da qualche centinaio d’anni, ma io, adesso, la propongo in due modi differenti. 

G. Borri: Per concludere, farei un confronto tra il Tomas di Los Angeles e il Tomas di adesso. Un insegnante di lettere con un lavoro sicuro e poi, la decisione di mollare tutto, cambiare paese e aprire un bar. C’è stato qualcosa, un evento, una frase, un incontro che l’ha portata a dire “qui non posso più stare, devo andare via”? 

T. Estes: È successo così, in un momento: a un certo punto ho visto che non potevo rimanere lì, che c’era una persona dentro di me da far evolvere in un modo personale e unico
C’era il desiderio impellente di crescere e di cambiare completamente la mia vita. 
Come quando si dice che “sei nella comfort zone”, ecco: ho capito che dovevo stare al di fuori di quella “comfort zone” perché è al di fuori che accadono le cose. Non avevo idea se il bar ad Amsterdam avrebbe funzionato.
Avevo pochissimi soldi, solo 15.000 dollari, ma avevo fede, dovevo evolvere e ho voluto raccogliere quella sfida...

Ed è stata una sfida che hai vinto, caro Tomas.
Ci mancherai...

Alla tua, Tomas!
Alla tua, Tomas!
Giuseppe F. Borri

Giuseppe F. Borri

Da sempre viaggiatore con penna e taccuino a portata di mano. Adora raccontare la Storia, attraverso le storie degli uomini.

Valentina Catto

Illustratrice freelance nata e cresciuta a Torino, dove ha studiato arte e cinema. Dopo la laurea ha vissuto a New York e Londra producendo illustrazioni per poster cinematografici e teatrali, art concept e collaborazioni editoriali. Tornata in Italia, lavora per Golem Edizioni.