Ultimi romantici in un mondo dominato da multinazionali e grandi compagnie, noi imbottigliatori indipendenti siamo come segugi che, inebriati da una traccia nel bosco, seguono il loro istinto e il loro gusto per scoprire e proporre botti uniche di whisky, whiskey, rum e di qualsiasi distillato abbia una storia da raccontare.
Oggi vogliamo parlarvi del mercato che conosciamo meglio, quello dello Scotch Whisky.
Il nostro lavoro è fatto di passione, intuito e ricerca. Ai giorni nostri risulta estremamente difficile trovare vecchie botti di whisky che siano ancora valide poiché la domanda di questo distillato è cresciuta vertiginosamente negli ultimi anni.
Dalla Scozia ci vengono proposte botti da broker che nel loro portafoglio hanno migliaia di barili di differenti annate, distillerie, dimensioni e qualità di legno e a volte l'offerta dura talmente poco che non si ha nemmeno il tempo di assaggiare lo spirito che si sta acquistando.
Sarebbe quindi facile commentare che è solo una questione di fortuna riuscire ad accaparrarsi una botte di qualità.
Non è così e nelle righe che seguono cercheremo di dimostrarlo.
Molti selezionatori, tra i quali anche noi, affittano in Scozia un dunnage, ossia un magazzino di pietra, dove lasciare che i barili acquistati invecchino e riposino fino a che non decidiamo di imbottigliarli e lanciarli sul mercato.
Il nostro si trova nello Speyside, zona da sempre vocata all'invecchiamento del whisky, dove la forte umidità e le escursioni termiche fanno sì che i whisky evolvano in maniera unica.
La natura incontaminata e i campi di erica che circondano il magazzino fanno poi il resto.
Ma facciamo un passo indietro: perché comprare un barile, piuttosto che un altro?
Per prima cosa bisogna conoscere profondamente la distilleria da cui proviene; ciò può essere di grande aiuto in quanto la forma dell'alambicco determina il carattere dello spirito che ne fuoriesce. Conoscendo quindi la provenienza sapremo se un barile sarà predisposto ad un lungo invecchiamento o andrà imbottigliato giovane, se ha il carattere per sopportare un invecchiamento in sherry o prediligerà il barrel ex-bourbon, se si tratta di un whisky torbato o meno, e così via…
Segue poi la parte più emozionante di tutto il processo: l'assaggio del campione.
Questa semplice azione può dare le conferme tanto attese, può farti sorridere o può farti mettere le mani nei capelli ed esclamare: “Mamma mia, che errore che abbiamo fatto! E adesso??”.
In ogni caso, si è proprietari di un barile di whisky e vi assicuriamo che è una delle sensazioni più belle ed emozionanti al mondo… o almeno per noi è così!
Se il barile conferma le aspettative, viene stoccato nel dunnage e periodicamente si controlla il suo processo di invecchiamento: ogni whisky ha il suo tempo, non tutto può invecchiare a lungo e non è assolutamente vero che quelli vecchi siano per forza più buoni di quelli giovani.
A questo punto entra in gioco la nostra sensibilità sensoriale e il nostro gusto.
La prima, insieme alla nostra esperienza, ci porta a capire se il whisky in questione ha terminato il suo percorso evolutivo ed è quindi pronto all'imbottigliamento, il gusto e le prove di diluizione con acqua ci consentono poi di trovare la massima espressività organolettica del whisky.
Ma nel caso in cui l’assaggio ci faccia disperare, cosa succede?
Non accade spesso, per fortuna, ma a volte potrebbero capitarvi dei barili che abbiano subìto un eccessivo sbalzo termico o che, semplicemente, non siano stati fatti con legno di qualità. In questi casi il nostro spirito potrà presentare dei difetti, ma si può ancora rimediare.
Nel primo caso, può essere sufficiente lasciarlo riposare sperando che il tempo levighi i difetti come spesso accade nei distillati.
Nel secondo, lo si può rimbottare in un barile di ottima qualità e di primo passaggio e poi aspettare di vedere se il tempo e la magia della Scozia riusciranno a sistemarlo.
Il disciplinare dello Scotch Whisky è uno dei più rigidi al mondo, il che può portare a limitazioni, ritardi o lunghe attese in fase di imbottigliamento con grande fastidio da parte di chi vuole avere il prima possibile il proprio whisky.
Riflettendoci bene però, la dicitura Scotch Whisky è sinonimo di qualità estrema e lo è proprio perché è puntigliosa nelle sue regole. Dobbiamo quindi accettarla per quel che è difenderlo a spada tratta.
Creare un nuovo whisky vuol dire anche sperimentare. Come Dream Whisky stiamo intraprendendo un percorso di ricerca estremamente importante sui differenti legni per l'invecchiamento dei nostri whisky. All’interno del nostro magazzino abbiamo già dei whisky che stanno maturando in straordinari barili che hanno contenuto vino dolce italiano; nell'ultimo anno abbiamo inoltre acquistato spirito giovane di soli due anni – in Scozia si può chiamare whisky dopo tre anni di invecchiamento – e riempito botti provenienti da Spagna, Portogallo e Stati Uniti.
Insomma, di carne al fuoco o meglio whisky in cantina ne abbiamo e ora dobbiamo solo aver pazienza: gli investimenti fatti quest'anno daranno i loro frutti non prima di sette-otto anni!
Chi seleziona oggi deve essere lungimirante e talvolta giocare d'azzardo: “Come sarà il mercato fra 10 anni?”
Il nostro lavoro è senz'altro uno dei più belli al mondo, ci porta per più volte all’anno in Scozia, una terra malinconica dove si è a contatto con le forze della natura in maniera diretta: solo qui si impara a parlare col silenzio e a conoscere veramente chi siamo.
Essere imbottigliatori indipendenti di whisky vuol dire ricercare l’eccellenza e costruire una nicchia, vuol dire mettere in bottiglia colori e sapori di una terra magica fatta di fate, cavalieri e castelli, mare, laghi e foreste.
Il whisky descrive noi, i nostri ricordi, i nostri gusti, la nostra visione, tutti possono e devono emozionarsi con un dram di Scotch Whisky tra le mani.