Abbiamo incontrato Diego Ferrari, Bar Manager The Noble e pluripremiato mixologist. Seduti al tavolo di un bar, abbiamo scambiato due chiacchiere su alcuni temi che ci appassionano molto e che hanno a che fare con il “bere leggero” e con le acque toniche di qualità.
Negli ultimi anni, i clienti optano sempre più spesso per cocktail No, o Low Alcol. Questa nuova tendenza vede le acque toniche vivere una seconda giovinezza. Come vedi cambiato il loro utilizzo?
I trend si muovono in continua evoluzione e a cicli alterni. La popolarità di questa categoria, ovvero il No-Low Alcol, sta però avendo feedback che altri trend non avevano mai ottenuto. Negli ultimi anni la consapevolezza del bere bene con prodotti di qualità e del servire drink che rispecchino le esigenze alcoliche e non del cliente hanno fatto sì che il mondo del bar in tutti i suoi aspetti sia evoluto in maniera consistente. Una evidente sinergia di domanda e offerta globale ha visto un incremento del consumo delle toniche prima in forma d’abbinamento nel drink poi, grazie anche alle nuove proposte di mercato, la degustazione della tonica stessa come soft drink.
Siamo soliti pensare alle toniche solo in abbinamento agli spiriti, come se fossero “accessori”. Spiegaci perché non è così e come possono essere protagoniste di drink eccezionali.
Se partiamo dall’esempio madre ovvero il Gin and Tonic ci rendiamo conto della sua evoluzione che è partita 15 anni fa dalla richiesta iniziale del cliente del gin preferito, esempio Gin Mare and Tonic, alla richiesta attuale e più evoluta del “posso avere un Gin Mare Tonic ma… con questa o quella tonica”. Scopriamo quindi che grazie all’ampia proposta di mercato e una corretta educazione degustativa del cliente la tonica si prende di forza un ruolo nella categoria del drink principale. Questa scelta vede poi crescere dietro il bancone la consapevolezza dei bartender che iniziano a capire che la tonica è un ingrediente che se utilizzato anche in altri drink può dare un valore addizionale, abbassando il contenuto alcolico del drink data la sua natura allungante. Quale sarà però il prossimo passo? E se fosse la tonica a essere la protagonista aromatica principale per scegliere lo spirito o ingrediente più consono?
Nel portfolio di Compagnia dei Caraibi è presente Match Tonic Water. Sappiamo che sei un fan di questo brand. Abbini un aggettivo e un modo di utilizzo per Indian, Mediteranean, Floral e Spicy?
Le Match Tonic sono un esempio palese di come una tonica possa cambiare le esigenze di mercato. Personalmente adoro quando un brand ragiona fuori dagli schemi per poi diventare il punto di riferimento. Se dovessi dare un aggettivo o una frase ad ogni flavour di Match Tonic, direi:
Indian: Gently Dry.
Mediterranean: delicatamente armoniosa.
Floral: armoniosa.
Spicy: finalmente qualcosa di diverso.
Match Tonic deve il suo successo ad una serie di caratteristiche uniche: il basso contenuto di zuccheri, gli ingredienti di altissima qualità, il design della bottiglia e lo spazio che fa risparmiare “a magazzino”. Tra queste, quale preferisci e perché?
Match Tonic ha spinto così in là i limiti prefissati dalla categoria toniche che ogni caratteristica sopra riportata ha un perché! Partiamo dal fatto che sono 4 toniche create sia per essere bevute singolarmente sia per essere abbinate a determinati prodotti, con l’obiettivo di farne risaltare gli aromi! Passiamo poi al basso quantitativo di zuccheri che, in un’epoca in cui la parte calorica di un drink può essere determinante nella sua scelta, ha un peso molto importante. Gli ingredienti prevedono poi super food che elevano la qualità della tonica ad alti livelli. Venendo al design: chi mai avrebbe pensato di creare una bottiglietta quadrata? Colori pastello, grafiche senza uguali e contenitori a cestino sono tutti elementi che invitano il cliente a voler acquistare la tonica anche da sola (e a voler portar via la bottiglietta, una volta bevuta!). Insomma, grazie a Match Tonic Water, il mondo delle toniche ha alzato l’asticella.