Che sia attraverso il mondo o nella contemplazione di una bottigliera, permane il viaggio nella possibilità di andare oltre i confini nazionali e scoprire i sapori e i saperi della distillazione nel mondo attraverso spiriti di matrice molto variegata.
Pensiamo al fascino che uno stato come il Messico continua ad avere per la sua gastronomia, per le antiche popolazioni che vi hanno abitato e per l’incredibile diffusione di distillati come il tequila e il mezcal. Seguiamo la parabola di questi prodotti a base di agave, e di tanti altri nella sua stessa famiglia, che ha ancora un’interessantissima traiettoria da percorrere, tra mille e una sfumature differenti a seconda delle regioni, delle piante, delle tecniche, delle varietà. Proprio come avviene nei territori a vocazione vinicola, con l’agave il discorso si fa ancora più serio perché gli anni investiti per la cura di queste piante sono molti, le lavorazioni ancora manuali e l’animo che vi si cela resta piuttosto ancestrale.
Un viaggio lungo la costa atlantica ci porta alla storia di quelle famiglie di prodotti che non smettono di essere attuali e che in alcuni cocktailbar di ricerca e sul classico, vivono quasi una seconda vita. Parliamo di Cognac, di Armagnac, di Calvados, di Porto. Così come lungo la costa pacifica americana, c’è l’Europa secentesca nelle colonie in Perù e Cile, che identifichiamo nella creazione e nella distillazione del Pisco, anche grazie a un contributo tutto italiano. Culturalmente, oltre che per una questione di gusto, il nostro continente continua ad apprezzare e consumare – in modalità sempre più concettuale – gli spiriti più vintage, eleganti e preziosi. Si sta tornando alla riscoperta di questa famiglia di prodotti, alla richiesta del distillato singolo oltre che ad una serie di scuole di miscelazione capaci di celebrarlo ed esaltarlo. Lo storytelling stesso è aumentato e in qualche modo riporta a quello stesso rispetto e profondità cui già i Giapponesi ci avevano preparato.
Proprio dall’oriente asiatico e dal Sol Levante arrivano le tradizioni legate al saké e allo shochu, stili differenti di distillazione su rye whisky o bourbon whisky, che impareremo ad apprezzare alla loro maniera: in highball con tanto ghiaccio e acqua fredda naturale. Altro protagonista è il gin, in pieno ritorno in una nuova golden era, che seguiremo in un road-trip attraverso l’ampliamento inesauribile delle sua novità, sia nell’ambito classico che contemporaneo, e nella sua versatilità che evolve con i gusti del momento, in proposte eclettiche oltre il gin tonic.
E il viaggio continua, per esploratori, bartender e consumatori, alla scoperta della geografia del mondo attraverso un universo in crescita di liquori e distillati.