Oltre la Scozia

Oltre la Scozia

Di Daniele Cancellara

4 minuti

Quando parliamo di whisky, l'immaginario si collega subito alla Scozia, ma c'è un intero mondo da conoscere, dato che il cereale può crescere dappertutto.

Partiamo con l'antagonista naturale dello scotch whisky, l'irish whiskey che, fino a un secolo fa, dominava il mercato, superando di gran lunga anche quello delle highlands ma, a causa della guerra civile del 1922, si trovò in grave recessione con quasi tutte le distillerie chiuse. Recentemente, però, la tendenza si è invertita, portando i produttori di whiskey da 4 a oltre 50. 

Lo scenario ha attirato l’attenzione di Marco Maltagliati e Federico Mazzieri, fondatori di Dream Whisky, imbottigliatore indipendente italiano di whisky, per il loro primo prodotto in serie: Matthew.

Della collezione, Fireplace ha un primo imbottigliamento di single malt, che unisce whiskey a doppia e a tripla distillazione, invecchiato in botti di ex-bourbon e di ex-sherry: il risultato è morbido, con note fruttate, miele, spezie dolci e un velo di torbatura.
Con Matthew Black Tie, si è azzardato un esperimento per creare un Irish whiskey multi-cereale torbato, trovando il giusto equilibrio tra il malto d'orzo torbato a tripla distillazione e il malto di altri cereali distillato in colonna: ne è uscito un whiskey dal gusto affumicato armonioso e assolutamente non invadente.

In Irlanda del Nord, c'è l'Hinch Distillery, una novità che gioca sulle combinazioni di botti: per esempio, l'Hinch 5 Yo Double Wood è un blend di single malt e single grain, invecchiato per i primi 4 anni in botti di ex-bourbon e, l'ultimo anno, in botti vergini di rovere americano.

Mentre, tra i grandi ritorni alla tradizione, c'è McConnell's, marchio rinato grazie a Belfast Distillery Company che ha recentemente rilasciato qualche imbottigliamento, come McConnell's 5 Yo, un irish whiskey composto da malto e grain e invecchiato in botti ex-bourbon, complesso ma non impegnativo, perfetto sia da bere liscio, sia in un highball con il ginger beer o in uno shot per accompagnare una birra.

Molto interessante il panorama in Francia dove, grazie al suo inserimento nell'aperitivo, ci sono i maggiori bevitori di whisky al mondo.

Qui troviamo il Brenne Ten, single malt francese affinato in botti di ex-cognac, che dona quel profilo leggermente dolce e fruttato, alla secchezza e al corpo del distillato di malto d'orzo; allungato con soda è perfetto anche nel pomeriggio.

E il BM Signature 9 Yo Vin Jaune, maturato per 9 anni in una botte che aveva contenuto in precedenza Vin Jaune. Il vino tipico della regione del Giura - complesso, dalle note acide - rende l'aperitivo diverso e originale. Da allungare con acqua o ginger ale.

Dalla Francia arrivano anche originali whisky da degustazione, come Aikan, distillato nel Vecchio Continente ma maturato nei Caraibi, per sfruttare il clima tropicale.

Intanto, negli Usa prosegue la fama di produttori e consumatori di whiskey americano, bourbon e rye,
ma, a fronte di un passato di grandi volumi e qualità modesta, ultimamente ci arrivano distillati molto più accurati e interessanti. Questo per merito di una maggior valorizzazione dell'artigianalità tradizionale, delle distillerie dalle dimensioni più ridotte e della filiera corta, con produzione "grain to grain", ovvero, dalla coltivazione all’ imbottigliamento, tutto in prossimità.
Possiamo citare la FEW Spirits, in Illinois, e il suo FEW Bourbon Whiskey, perfetto per un Old Fashioned. Una curiosità: il nome FEW è una dedica, tramite l’acronimo delle iniziali di Frances E. Williard, presidentessa della Women's Temperance Union e attivista del XIX secolo, originaria di Evanston, proprio vicino all'azienda di Chicago.

Dimensioni ridotte e filiera corta anche per la distilleria Widow Jane, a Brooklyn, che prende il nome dalla miniera di Rosendale, il sito d'estrazione delle prime pietre che hanno costruito New York: dal piedistallo della Statua della Libertà alle basi del ponte di Brooklyn, all'Empire State Building. Ed è proprio l'acqua della miniera Widow Jane la sua peculiarità: dopo essere stata filtrata da diversi strati calcarei, permette di creare prodotti unici, come il Widow Jane 10 Yo un whiskey complesso, perfetto così com'è, sia liscio che con ghiaccio.

Dal Giappone, troviamo che il Whisky Highball, è diventato un metodo di consumo diffusissimo, si beve ovunque, dai grandi cocktail bar agli Izakaya. È una ricetta di fine '800, rilanciata nel dopoguerra, a seguito della bassa disponibilità economica del giapponese medio. Ma, adesso, è richiesto perché è leggero, rinfrescante e disseta. E piace.
Pensiamo a un Tokinoka Highball con la soda, in un caldo pomeriggio estivo di Shinjuku, o un Kensei Highball con ginger ale in una bancarella nella zona dei templi di Kyoto.

Non poteva mancare il Messico, grande produttore di cereali, per lo più mais.
Da provare la varietà della collezione dei Sierra Norte, come Sierra Norte 85% Red o il Sierra Norte Rainbow, con le caratteristiche che arrivano dai differenti colori del granoturco; oppure il Prohibited Ley Seca, ispirato al periodo del proibizionismo, è un whisky di solo malto d’orzo. Tutti pensati per essere bevuti lisci o con abbondante ghiaccio.

Concludiamo il nostro viaggio nel mondo con l'Olanda e il suo Millstone Zuidam 100 Rye, eletto nel 2015 come il miglior whisky di segale. E l'ultima, sorprendente, tappa in Libano per il Levant Highlands Mount Hermn-Porter Brew, un single malt che utilizza orzo estremamente tostato, come quello utilizzato nelle birre
Porter, con note molto distinte e uniche.

Daniele Cancellara

Daniele Cancellara

Classe 1984, s'innamora del whisky a 18 anni, quando ne bevve uno per caso dopo un’adolescenza a Vodka Lemon. Bar Manager di Rasputin a Firenze e autore e conduttore della web serie Whisky for Breakfast, continua ad approfondire il mondo del whisky sia in miscelazione, sia in degustazione.