Parlando di cocktail...

Parlando di cocktail...

Di Gabriele Diverio

Illustrazione di Valentina Catto

3 minuti

Nel mese in cui si celebra il Dry January, Around the Blog celebra il cocktail, decidendo di parlarne, in attesa di ritornare a berli.

Abbiamo chiesto a 4 uomini Compagnia dei Caraibi - Domenico Dragone, Francesco Pirineo, Filippo Sisti ed Emanuele Russo - di raccontarci la loro love story con i cocktail.

Abbiamo posto 5 semplici domande e abbiamo preteso da loro 5 risposte dirette ed oneste.

Ecco le domande:

- Qual è stato il tuo primo drink?

- Quale drink ti ha fatto innamorare di questo lavoro?

- Quale drink bevi con più piacere?

- Quale drink pensi di preparare meglio?

- Quale drink non vorresti mai realizzare?


Pronti per le risposte? 

Buona lettura!

 

Parliamo di cocktail: di quelli che si amano, e altri che si odiano.
Parliamo di cocktail: di quelli che si amano, e altri che si odiano.

Domenico Dragone

- Non ne sono certo, ma credo di aver cominciato prima a servirli piuttosto che berli. Tra i primissimi ad un mio compleanno una sfilza di Tequila Boom Boom con tutto lo staff del locale di famiglia.

- Il Negroni. Prima durante lo stage scolastico e dopo assunto (nello stesso locale) potevo preparare solo Negroni e Americano. Una bellissima parentesi di vita.

- Senza dubbio un Martini cocktail, ma 50/50, con scorza di limone e oliva. Ghiacciato.

- Non saprei, ma ho una perversione per il bilanciamento dei sour, fizz e collins.

- Tutti quelli con più di 5 ingredienti

 

Francesco Pirineo

- Ho due ricordi fondamentali: la prima birra all’incirca a 12 anni, “rubata” con un amico nel bar del padre, ed i primi Long Island appena ho iniziato questo mestiere nel 2000.

- Indubbiamente il Cuba Libre.

- Vado molto a mood e momenti della vita: attualmente un Whisky e soda mi dà molto gusto.

- Poca modestia, tutti!

- Indiscutibilmente l’Espresso Martini. Per me, il peggior drink mai inventato!!

Emanuele Russo

- Mio nonno beveva spesso Bitter e Succo d’arancia fresco, il Garibaldi. Un po’ per cuore e un po’ per gusto è un drink che bevo ancora volentieri.

- Il Mojito! Andava fortissimo una decina di anni fa. Ricordo quando preparai il primo, era buono. Ero fiero di quello che avevo fatto, e ho pensato “Ora proviamo a farne altri!”

- Assolutamente il Daiquiri! Pochi ingredienti che creano un drink dall’enorme personalità. Perfetto da bere sempre!

- Parlando di grandi classici, devo dire ancora Daiquiri. Essendo il mio drink preferito me lo sono preparato talmente tante volte che potrei eseguirlo alla perfezione anche da bendato.

- Tutti quei cocktail che hanno lo scopo di sballare chi li beve e che non hanno come prima regola il gusto! Ad esempio il Quattro bianchi.

Filippo Sisti

- Il primo drink bevuto è stato un Cape Codder a Miami, un drink con vodka e succo di cranberry, al tramonto in riva all'oceano. Classica scena da telefilm.

- Non è stato un drink vero e proorio, ma più il sogno di prepararli nei migliori bar del mondo. Se però devo dirne un cocktail, rispondo Mojito.

- Il drink che bevo con più piacere sono due: il Paloma e il Daiquiri. Se fatti bene, ovviamente.

- Credo che i drink che mi vengano meglio siano tutti i Sour; sono versatili e mi piace spaziare con gli ingredienti.

- Non esistono drink che non vorrei preparare... Chiaramente devono avere un senso logico, altrimenti non ne vorrei fare nemmeno uno. Un esempio con poco senso? Vodka alla menta e prosecco.

Gabriele Diverio

Gabriele Diverio

In Compagnia dei Caraibi dal 2017 con diversi ruoli legati alla comunicazione. Ideatore e responsabile editoriale di Around the Blog e Tales from the Box, oggi ricopre il ruolo di Content Manager.

Valentina Catto

Illustratrice freelance nata e cresciuta a Torino, dove ha studiato arte e cinema. Dopo la laurea ha vissuto a New York e Londra producendo illustrazioni per poster cinematografici e teatrali, art concept e collaborazioni editoriali. Tornata in Italia, lavora per Golem Edizioni.