Quando il rum diventa ispirazione

Quando il rum diventa ispirazione

Di Manuela Porcu

Illustrazione di Elisa Madeo Pitt

“…L’amore verso il nostro pianeta è la mia fonte di ispirazione, mi ha portato a rivedere il concetto di materia prima, trasformando i miei lavori in tangibili messaggi di sostenibilità…”
Intervista di Manuela Porcu a Elisa Madeo Pitt


Manuela: Guardare un’opera, o assaporare un bicchiere di rum? A volte il confine è estremamente sottile, a volte le due cose possono fondersi piacevolmente, come è successo a Elisa Madeo Pitt, artista classe ’82, la cui arte è protagonista di questo articolo.
L’opera di Elisa è stata scelta, tra quelle degli artisti partecipanti, come vincitrice della seconda edizione di un progetto di cui mi sono occupata negli ultimi anni insieme a Diplomático, che abbiamo chiamato LAB. L’obiettivo era quello di coinvolgere diversi artisti – diversi per mezzi espressivi, tecnica, poetica – in un’iniziativa che li vedesse confrontarsi su un tema ben preciso, quello dell’universo di Diplomático. Mi incuriosiva in particolare vedere Elisa alle prese con una tematica così “concreta”, proprio lei così vicina al mondo dell’astrattismo

Manuela: Elisa, come ti presenteresti?

Elisa: Sono una grande amante del fare. La pittura e la fotografia sono le mie grandi passioni, con gli anni diventate entrambe professioni e fulcro della mia vita, insieme ai miei tre bambini e due cani. 
Diciamo che la noia non è sul menù delle mie giornate! 
In ambito artistico la tecnica che prediligo è la sperimentazione stessa. Mi diverte uscire dalla mia zona di confort per andare oltre, nell’arte e nella vita. Nei miei lavori cerco di utilizzare quanto più possibile materiali riciclati ed eco-sostenibili, trasformando i miei quadri in messaggi di azione concreta e speranza per il nostro pianeta.  

Manuela: Spesso si pensa che gli artisti lavorino spinti da una sorta di “ispirazione”, un concetto che suona molto romantico. Tu cosa ne pensi? E cosa ti ispira nella vita di tutti i giorni?

Elisa: È pensiero comune che l’artista, per essere definito tale, abbia bisogno di vivere in una soffitta, “nutrendosi” in maniera smisurata di sostanze stupefacenti, per alimentare la propria ispirazione. Credo fortemente che la figura dell’artista bohemienne sia superata da qualche centinaio d’anni, l’artista contemporaneo deve essere informato, intelligente, veicolare un messaggio di importanza universale che non serva solo ad alimentare il proprio ego, che abbia un senso più ampio per le persone che osservano il suo lavoro.
L’ispirazione non può arrivare da fonti esterne, ma deve partire dalla nostra consapevolezza più profonda. Carl Jung, il noto psichiatra, diceva che “la creazione di qualcosa di nuovo non si raggiunge attraverso l’intelletto ma dall’istinto che parte da una necessità interna. La mente creativa gioca con gli oggetti che più ama.” 
Nel mio caso, l’amore verso il nostro pianeta è la mia fonte di ispirazione, mi ha portato a rivedere il concetto di materia prima, trasformando i miei lavori in tangibili messaggi di sostenibilità. 

Manuela: Ho visto nascere l’opera sotto i miei occhi, giorno dopo giorno. Un contesto non convenzionale, quello del LAB e di Affordable Art Fair: lavorare sotto gli occhi del pubblico e trovare l’ispirazione in un rum. È stato diverso, dal punto di vista del tuo processo creativo, rispetto al lavoro nel tuo studio? Quante altre tue opere sono nate in contesti così particolari?

Elisa: Sono una persona tendenzialmente solitaria, amo il silenzio, ho una certa repulsione per i luoghi affollati e quindi faccio molta fatica nella frequentazione di eventi e fiere. Il mio studio è per me un luogo sacro, la mia isola felice, dove posso esprimermi in assoluta libertà. Con gli anni, aiutata da una costante pratica meditativa e un approfondito studio dei testi classici dello yoga, con particolare attenzione al contributo di Paramahansa Yogananda, ho imparato a gestire meglio la mia tendenza empatica. 
Questo per dirti che fino a qualche anno fa per me sarebbe stato impensabile esporre la mia parte più vulnerabile, il mio processo creativo, agli occhi di tanti senza provare l’urgenza di scappare. Mi è capitato altre volte, in occasione di mostre e fiere con minor affluenza rispetto ad Affordable Art Fair, di dover mostrare il modo in cui creo, e mi sono sempre trovata in grande difficoltà nonostante il pubblico fosse piuttosto limitato. Credo che questo accadesse perché il mio percorso di crescita personale non era ancora maturo a sufficienza. Oggi sono più consapevole del messaggio che sono chiamata a veicolare attraverso la mia arte, e la forza intrinseca del messaggio stesso va sempre avanti a qualsiasi mia limitazione mentale, riuscendo a vivere serenamente qualsiasi situazione con un certo distacco, soprattutto verso il giudizio e l’opinione altrui.

Elisa: E invece tu, Manuela? Dietro al tuo onnipresente dolce sorriso si nasconde un ruolo centralissimo nell’ambito, spesso spinoso, della “barricata” commerciale dell’arte. Cosa ti ha ispirato a scegliere questo percorso? 

Manuela: Direi che è l’arte la fonte di ispirazione per gran parte della mia quotidianità. Un po’ come nel mondo del rum, se tu, Elisa, sei il produttore, io mi trovo tra il distributore e il consumatore: l’arte è al centro del mio lavoro, ma anche una mia grande passione, per cui mi viene difficile immaginare una giornata in cui non spendo almeno una parola su questo argomento, o non impiego un momento – più o meno lungo, più o meno intenso – a guardare un’opera.
Contemplare un’opera può essere come degustare un rum: entra in gioco il gusto personale, alcune sensazioni possono essere differenti da persona a persona, ma possono cambiare anche quando il gusto diventa più fine e allenato, e diventa un momento prezioso per riflettere. Profumi e sapori portano in luoghi lontani come può fare l’arte. 

Per me circondarsi di arte è fondamentale per riflettere, per conoscere, porsi domande e trovare risposte sempre nuove, anche da un’opera che è sempre la stessa: il rapporto con un’opera è aperto, non si muove quasi mai sui binari del giusto/sbagliato, è relazione con l’artista, con il mondo, con sé stessi ed è pura ispirazione, anche per chi la guarda quindi.
In questa relazione tra arte, artista e “spettatore”, l’opera diventa anche un importante veicolo di comunicazione. Nell’opera protagonista di questo articolo Elisa, come un po’ in tutti i tuoi lavori, si parla anche di un argomento molto attuale. 

Elisa: I miei lavori non vogliono essere delle opere d'arte fine a sé stesse, ma piuttosto delle azioni tangibili a sostegno del nostro pianeta, unendo la necessità di bellezza tipicamente umana con le esigenze più ampie di eco-sostenibilità di cui il nostro pianeta necessita. Attraverso la mia ricerca artistica contribuisco non solo a mandare un messaggio che veicoli il concetto che "l'arte si fa con tutto", ma sostengo attivamente anche progetti di riforestazione e di ricerca sul cancro, oltre a molteplici attività di solidarietà a diversi livelli. 

Cerco di utilizzare quanto più possibile materiali riciclati ed eco-sostenibili, trasformando i miei quadri in messaggi di azione concreta e speranza per il nostro pianeta. Spero di riuscire attraverso la mia arte a portare le persone a fermarsi e riflettere, i grandi cambiamenti partono sempre dai piccoli gesti. Credo che oggi più che mai, in un momento storico che ci vuole insegnare l’arte della confusione, della perdita di ogni certezza, del navigare a vista, ci sia bisogno di coltivare quotidianamente il guardare oltre la difficoltà, il coraggio, l’energia positiva e la speranza, rimanendo comunque ben radicati al momento presente. 
E perché no, qualche cioccolatino e un buon bicchiere di rum in mano possono certo aiutare...

Manuela Porcu

Manuela Porcu

Da più di dieci anni è impegnata a fare amare l’arte anche a tutti quelli che la circondano. Ha diretto una fiera d’arte dedicata a chi muove i primi passi nel mondo dell’arte, si diverte a scoprire nuovi artisti e beve Bloody Mary.

Elisa Madeo Pitt

Coltivatrice di passioni, persa nel fare dell’arte e della fotografia. Grande fan del Pianeta Terra, trascorre il tempo tra cani, alberi e bambini. Adora viaggiare e... i Gin Tonic.