White Angel vs White Russian: cocktail da film

White Angel vs White Russian: cocktail da film

Di La McMusa

Illustrazione di Andrea Bozzo

La storia del cinema americano è fatta di grandi film ma soprattutto di grandi icone: personaggi che, inseriti nella narrazione giusta e nella giusta ambientazione, finiscono per esercitare sul pubblico un carisma simbolico, immediatamente riconoscibile e fregiato nel tempo. La pop culture vive di queste icone e nell’ultimo secolo ce ne ha consegnate diverse: è sufficiente una loro immagine, una posa o un dettaglio per riportare alla memoria di chi li guarda l’intera loro storia.
E molto di più. 

Immaginate Audrey Hepburn nel suo ruolo più famoso in Colazione da Tiffany: basta un solo fotogramma con un lungo bocchino da sigaretta e dei guanti neri lunghi affinché nelle nostre orecchie risuonino le note di quella colonna sonora così famosa (Moon River di Henry Mancini) e davanti ai nostri occhi compaia l’attrice mentre mangia un croissant fissando le vetrine della celebre gioielleria Tiffany&Co. sulla Fifth Avenue. Un potere così carismatico ce l’hanno avuto in pochi: Audrey Hepburn è diventata il simbolo di un certo tipo di femminilità nonché un’icona di stile in grado di raccontare una delle mille anime della città in cui si ambienta la sua storia, New York

Il film, così come il libro di Truman Capote da cui fu tratto, raccontano la vita di Holly Golightly, una eccentrica ragazza di campagna che nella Grande Mela vive con un gatto rosso e frequenta personaggi tra i più vari, vividi e bizzarri. Le piace molto bere, suonare la chitarra e frequentare il suo amico Paul Varjak del piano di sopra. Bazzica per feste in giro per la città che si concludono puntualmente con un’immancabile colazione in piedi davanti a Tiffany&Co. 

Quando la vediamo muoversi per la prima volta nella sua casa, però, tra le mani non c’è nulla di simile a una tradizionale colazione bensì compare - in un perfetto equilibrio di frivolezza e originalità - un calice da Martini riempito di ginvodka e un pizzico di latte. È il suo White Angel, il cocktail originariamente trasparente che Holly amalgama con il latte proprio per conferirgli il suo carattere bianco. Lo stesso cocktail compare più avanti, quando lei e Paul assistono alla performance di una ballerina spogliarellista in uno strip club, anch’ella vestita di bianco come il cocktail.
Con il suo tipico piglio capriccioso e ostinato, Holly commenterà la performance della ballerina finché l’amico non sarà costretto a portarla via dal locale e ad allontanarla dall’alcol. Consegnando così, di fatto, un’icona alla sua ascesa stellare: anche nel momento della sua apparente disfatta, infatti, l’angelo bianco Audrey Hepburn rimane intaccato nel suo stile e nella sua eccentricità.

Sempre di eccentricità si parla, ma con tutt’altro significato, quando il cinema americano mette tra le mani di un altro leggendario personaggio un cocktail bianco: il White Russian, simbolo del carattere e della vita sconquassata del grande Lebowski. Il celebre protagonista del film dei fratelli Coen interpretato da un iconico Jeff Bridges, infatti, sembra non potersi svegliare, non poter parlare o tentare di ragionare se tra le sue mani non stringe un bicchiere pieno di vodkaliquore al caffè e panna di latte. Tiene gli ingredienti del White Russian - ghiaccio compreso - sopra il suo camino ed è lì che lo vediamo recarsi ogni volta che deve darsi un tono. Spesso annusando il cartoccio del latte per controllare che non sia andato a male. 

Nella versione italiana il grande Lebowski è battezzato Drugo ma nella versione originale il suo soprannome è Dude, il nomignolo con cui gli americani si chiamano tra loro in contesti di informale amicizia e “qualunquismo”. È infatti questo che sembra simboleggiare il personaggio tratteggiato dai fratelli Coen: portando all’estrema sofisticazione lo stile di vita del tizio qualunque, dell’americano medio senza particolari ambizioni né eccellenze, la storia del Drugo è diventata quella di tutti gli uomini medi, di coloro che non vogliono abbandonare il proprio stile di vita fatto di poche cose certe e diverse altre trascurabili o dimenticate. 

Indimenticabile (e il giro di parole è voluto), a questo proposito, è invece il suo abbigliamento: mentre beve White Russian a casa il grande Lebowski indossa una vestaglia beigemaglietta boxer; quando va a giocare a bowling con i suoi amici sopra i boxer si mette dei pantaloni del pigiama e alla vestaglia sostituisce un maglione di lana sempre beige. Come dire, niente cambia le abitudini del Drugo, neanche i diversi contesti della realtà nella sua assolata e periferica Los Angeles.

Niente potrebbe accomunare gli stili, le città e le vite di Holly Golightly e del Drugo (l’una sognante, l’altro ingrugnito; l’una campionessa di stile, l’altro simbolo di trasandatezza; l’una nella via più cool di New York, l’altro in un bowling anonimo di Los Angeles) ma immaginarli intenti a un brindisi tra i loro White Angel e White Russian rimane un piccolo piacere che solo l’arte può permettere. Probabilmente avrebbero anche molto da raccontarsi, ma per questo ci vorrebbe un nuovo film e un terzo cocktail, tutto da sperimentare!

La McMusa

La McMusa

La McMusa, alias di Marta Ciccolari Micaldi, porta l'America dei libri in Italia e gli italiani in America. Ha da poco pubblicato per Rizzoli Edizioni il memoir "Sparire qui".

Andrea Bozzo

Torinese, ha lavorato per: Le Nazioni Unite, The New York Times, Vanity Fair, Il Corriere della Sera, La Repubblica, Internazionale, L’Espresso, Linus... È coordinatore del dipartimento di Communication and Graphic Design dello Iaad di Torino e Bologna e docente di Art Direction.