Quando si parla di agave c'è spesso confusione sulle origini del suo nome: in Messico viene chiamata in molti modi declinandola spesso con alcuni dei suoi nomi più arcaici.
La domanda che ci siamo sempre posti interrogandoci sull’etimologia di questa pianta è: "Quanto antichi sono questi nomi?".
Una parola comunemente usata è Maguey; per molto tempo abbiamo pensato che fosse la più antica, ma viaggiando e approfondendone sempre di più la storia abbiamo scoperto che in realtà esistono vocaboli più remoti.
Il nome più antico dell’agave è sicuramente Metl.
È noto ormai a tutti che la parola Mezcal, ad esempio, deriva dall’indigeno Nahuatl che non è altro che l’unione tra Metl (agave) e Ixcalli (cotto).
Gli spagnoli, che si resero subito conto dell’importanza e della ricchezza della pianta, ne iniziarono una prima classificazione cambiando il nome dell’agave da Metl a Maguey per rendendolo più pronunciabile nella loro lingua.
Da dove deriva quindi la moltitudine di nome usata per identificare la pianta dell’agave?
Confrontandoci con un po’ di studiosi che si occupano di ricerca in Messico, siamo riusciti a costruire un piccolo albero genealogico della parola Agave, ma siamo certi che più andremo in profondità con la ricerca, più si troveremo nuovi aneddoti e terminologie.
Importantissimo nella mappatura della storia onomastica dell'Agave è Francisco Hernández, uno dei primi ricercatori scientifici del Nuovo Mondo.
Studiò medicina all’Università di Alcalá e si specializzò anche in botanica e in ornitologia, seguendo la generale linea di formazione plurima dei naturalisti dell’epoca. Al culmine della propria carriera divenne medico di corte di Filippo II, e nel 1570 fu nominato protomedico dei territori americani conquistati dalla Spagna.
Per volontà del medesimo Re diresse una spedizione scientifica dal 1571 al 1576, volta principalmente allo studio degli animali e delle piante del Nuovo Mondo; qui raccolse una quantità enorme di dati sugli impieghi medicinali delle piante da parte delle popolazioni messicane, e produsse un’opera di alcune decine di volumi ricca di immagini e di note.
Nel 1959 l’Universidad Nacional de México pubblicò un’edizione titolata "Historia Natural De Nueva Espana".
Ecco un passaggio dal libro VIII, Capitolo LXXI del Metl o Maguey:
“Getta fuori il Metl una radice grossa, corta e fibrosa, foglie come quelle dell’aloe ma molto più grandi e più grosse, in quanto a volte hanno la longitudine simile a quella di un albero medio, con spine da entrambi i loro lati e terminate in una punta dura e acuta; stelo tre volte più grande e alla sua estremità fiori gialli, oblunghi, stellati nella loro parte superiore[...] Sono quasi innumerevoli gli usi di questa pianta. Tutta intera serve per recintare i campi; i suoi steli sono utilizzati come legno; le sue foglie per coprire i tetti, come tegole, come piatti o vassoi, per fare papiro, per fare filo con cui si fabbrica calzatura, tele e tutti i tipi di vestiti che da noi si è soliti fare di lino, canapa, cotone o materiale simile. Dalle punte si fanno chiodi e spine, con le quali gli indios erano soliti perforarsi le orecchie per mortificare il corpo quando rendevano culto ai demoni; fanno anche spilli, aghi, triboli da guerra e rastrelli per cardare la trama delle tele.
Dal succo che fuoriesce e che distilla nella cavità centrale ottenuta tagliando i germogli interni o foglie più tenere con coltelli diiztli, producono vini, miele, aceto e zucchero; questo succo provoca le regole, calma il ventre, provoca l’urina, pulisce i reni e la vescica, rompe i calcoli e lava le vie urinarie. Anche dalla radice fabbricano corde molto resistenti e utili per molte cose. Le parti più grosse delle foglie così come il tronco, cucinate sottoterra (barbacoa) sono buone da mangiare e sanno di cedro condito con zucchero; chiudono inoltre in modo ammirevole le ferite, poiché il suo succo, freddo e umido, diventa glutinoso quando viene arrostito.
Le foglie arrostite e applicate curano la convulsione e calmano i dolori, anche quelli che provengono dalla peste indiana, soprattutto se si beve il medesimo succo caldo; diminuiscono la sensibilità .... Mediante cottura si addensa diventando sempre più dolce concentrando lo zucchero...
Si semina mediante germogli, che spuntano attorno alla pianta madre, in qualunque suolo, ma principalmente in quello fertile e freddo. Questa pianta da sola potrebbe facilmente procurare tutto il necessario per una vita frugale e semplice, poiché non viene danneggiata dai temporali né dai rigori del clima, né la siccità l’appassisce.
Non v’è cosa che dia maggior rendimento... Vi sono molte altre specie di metl, alle cui immagini aggiungerò solo i nomi e i luoghi in cui nascono, per avere quasi tutte le medesime proprietà ed essendo poco differenti nell’aspetto. La prima si chiama mexoxoctli cioè metl verde; la seconda néxmetl per il suo colore cenerino; la terza quámetl o maguey del monte..."
La parola Maguey è di origine caraibica e pare che fosse il termine utilizzato nelle Antille per definire l’Aloe.
Come accennato molto probabilmente furono proprio gli spagnoli durante la colonizzazione a trasformare la parola metl in maguey per renderla più assonante alla loro lingua. La parola originaria è maguei (gran sol) e deriva dai Taino, la prima popolazione amerindia a popolare i Caraibi.
Gli spagnoli mutarono la "i" in "y" e importarono il neologismo definitivamente in Messico in sostituzione della parola Metl.
Una cosa molto comune che si riscontra ancora viaggiando in Messico è il fatto che molti produttori chiamano le piante ancora con nomi ancestrali e popolari e questo rende molto complicato comprendere la vera catalogazione della pianta e la corretta discendenza etimologica.
Il nome botanico che viene utilizzato ora per definire questa pianta magica è agave che deriva dal greco ἀγαυός, "illustre", “nobile".
Il genitore della moderna denominazione della pianta è il ricercatore, medico, botanico e naturalista di origine svedese Carl Nilsson Linnaeus.
Nel 1753 esce “Species Plantarum”, considerato il punto di partenza della moderna nomenclatura botanica. Già nel 1730 iniziarono a prendere forma gli studi di Linneo - così chiamato in Italia - creando il suo metodo di classificazione. Nel 1741 ottenne la cattedra alla facoltà di medicina dell’Università di Uppsala, dove restauro il giardino botanico disponendo le piante secondo il suo ordine di classificazione e continuo a organizzare viaggi in tutto il mondo con l’intento di classificare tutti gli esseri viventi e i minerali della terra, completando gran parte del suo lavoro nel 1758 con il trattato “Systema Naturae” ancora oggi molti orti botanici si basano sulla ricerca fatta da Linnaeus.
Fondamentale per la ricerca onomastica dell'Agave è stato il CRM (Consejo Regolador del Mezcal) ente nazionale che certifica il mezcal, con il quale abbiamo interagito per fonti storiche e approfondimenti. Questa collaborazione ci ha dato la possibilità di andare più a fondo e di passare del tempo direttamente con un dipartimento del Consejo chiamato Unità Magueyera, ovvero l’ufficio/laboratorio che si occupa della catalogazione delle piante lavorate dai produttori per distillare. L’incontro è stato fondamentale per capire con quanti nomi può essere chiamata anche una sola tipologia di Agave. Se prendiamo in considerazione la famiglia dell’agave angustifolia (nome botanico) ad esempio, possiamo trovare una cospicua varietà di nomi con cui viene chiamata: Espandin, Pelòn verde, Sacatoro, Tepemete a seconda del luogo in cui cresce, dalla tradizione popolare della zona e dalle sue varietà genetiche.
È ovvio concludere che, se per una sola specie vengono usate così tante diciture, immaginatevi che moltitudine di parole esistono, ufficiali o dialettali, per chiamare l’Agave.
Ma non importa quale nome scegliate: l’Agave è stata, è e sarà l’oro verde (liquido e non) del Messico.
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