Filippo's Tricks. Vol. 2

Filippo's Tricks. Vol. 2

Di Filippo Sisti

Illustrazione di Beppe Conti

2 minuti

“Ma ancora cannucce?? Ne dobbiamo parlare ancora??!”, già vi sentiamo che vi lamentate!

Tema vecchio, affrontato milioni di volte, direte voi.

Vero, verissimo... MA: in giro di cannucce di plastica ne vedete ancora, vero?

Eccome se le vedete! Coloratissime e realizzate con quella plastica tanto spessa da essere quasi indistruttibile, sia nei vostri cocktail, sia nascoste tra i granelli di spiagge paradisiache, che galleggiare nelle acque dei nostri preziosi mari.

Sapete che “in Europa le cannucce sono tra i cinque rifiuti trovati più di frequente su spiagge e coste*”? Inoltre, “entrano nelle narici della tartarughe” e “sminuzzandosi in pezzi più piccoli vengono ingerite da uccelli, pesci e mammiferi*”.

A voi non girano le scatole a pensare che un oggetto tanto futile sia responsabile di tutti questi danni? 

A me e agli amici di Compagnia dei Caraibi sì, e quindi vale la pena tornare su questo tema e affrontarlo, ancora una volta, in modo cocciuto, convinti come siamo che ogni volta che si parla di un problema, la sua risoluzione si avvicina.

La cosa davvero importante da dire è che il Plastic Free è oramai diventato un tema sulla bocca di tutti e in moltissimi nel settore beverage hanno a cuore l’argomento.

Questo è dovuto al fatto che nel nostro lavoro le cannucce hanno un impatto notevole in termini di consumo: “In Italia ogni anno si consumano circa 2 miliardi di cannucce di plastica*” ed è inutile far finta che la maggior parte non arrivino da bar e locali.

Cosa possiamo fare, quindi?

In commercio troviamo valide alternative, come per esempio le cannucce realizzate con il riso che sono 100% naturali e biodegradabili e, a differenza delle cannucce di plastica che impiegano anche 500 anni a decomporsi, necessitano di soli 90 giorni.

Troviamo poi cannucce realizzate con erba d’acqua, anch'esse 100% naturali, ecologiche e biodegradabili. Quelle distribuite in Italia da Eco Green Straws, per esempio, derivano dalla Lepironia Articulata, coltivata biologicamente e presente in natura nel Delta del Mekong, in Vietnam. Quest'erba viene raccolta a mano su terre che non possono essere utilizzate per altre colture, fornendo occupazione vitale alle comunità agricole locali. Le cannucce di erba d'acqua non si inzuppano e non cambiano il gusto della bevanda. 

Infine, ci sono anche quelle lavabili in alluminio, di cui vi ha già parlato, meglio di quanto possa fare io, Enrico Basso nel suo articolo Eco? Logico!

Se volessimo però fare qualcosa di davvero diverso dal solito? Qualcosa che si possa davvero definire un trick? 

Ecco un esempio semplice che vi permetterà di essere doppiamente virtuosi: usiamo i gambi delle erbe aromatiche!

Proprio così, i gambi delle erbe aromatiche sono forati nel centro e alcuni sembrano proprio stati creati da Madre Natura con lo scopo di “risucchiare”: mi riferisco, in particolar modo, ai gambi dell’aneto e del prezzemolo

Aggiungo però anche le spighe di grano, così vuote internamente da essere perfette per il nostro scopo (del resto, come chiamavano, i nostri nonni, un fascio di steli di grano? Covone! Termine che pare derivi dal latino “cavus”, vuoto, incavato).

Usando queste soluzioni semplici e originali, otterremo tre vantaggi in una sola mossa

-       sensibilizzare sul tema Plastic Free

-       riutilizzare scarti di altre preparazioni del bar, o della cucina, compiendo un'altra azione virtuosa

-       aggiungere al nostro drink una nota aromatica in più (che starà a noi combinare al meglio con il drink offerto)

Bene, anche questa volta siamo partiti da un problema – questa volta enorme e che mette a rischio la nostra vita e quella delle generazioni future – e abbiamo provato a suggerire delle soluzioni, ragionando fuori dagli schemi.

Al prossimo articolo, a nuovi tricks!

*Le informazioni sull'inquinamento da plastica presenti in questo articolo sono stati tratti dal sito di Marevivo Fondazione ETS, organizzazione che dal 1985 lavora per la tutela del mare e dell’ambiente, contro l’inquinamento e la pesca illegale, per lo studio della biodiversità, la promozione e valorizzazione delle aree marine protette, l’educazione nelle scuole e nelle università per lo sviluppo sostenibile e la sensibilizzazione su tutti i temi legati al Mare.

Filippo Sisti

Filippo Sisti

Classe 1983, Filippo Sisti è nato a Voghera ed è cresciuto a Stradella. Dopo una lunga serie di esperienze internazionali, è divenuto pioniere della cucina liquida, una pratica che unisce le tecniche della cucina a quelle tipiche del bartending.

Beppe Conti

Nato ad Asti nel 1989, è Graphic-Designer e illustratore. Negli anni si è appassionato alla tecnica del collage digitale, sviluppando uno stile immediatamente riconoscibile.